Intervista a Iacopo Menchetti

Abbiamo rivolto una breve intervista a proposito del Premio Carlo Pucci all’Ingegner Iacopo Menchetti, Assessore alla Pianificazione del Territorio del Comune di Camaiore.
Ecco a voi le risposte, buona lettura.

Quali sono le principali sfide che le amministrazioni locali incontrano nella rigenerazione urbana e come la collaborazione con le università può aiutare a superarle?
La riflessione sulla città e sui territori, e la possibilità di rinnovare le rispettive capacità di risposta ai bisogni delle comunità, rappresentano l'impegno quotidiano degli amministratori pubblici. In questo processo di ricerca e costruzione delle migliori condizioni per garantire possibilità di sviluppo e crescita nell'interesse pubblico ci si scontra spesso con le difficoltà e le inadeguatezze degli strumenti a disposizione. Credo che il contributo delle università e del mondo della ricerca possa dare un grande sostegno all'elaborazione e sperimentazione di strumenti e discipline più aperte e dinamiche che superino da un lato alcune rigidità di impostazione e procedura e centrino nuovamente l'attenzione sul progetto e sulla sua qualità. Ulteriore contributo, non meno importante e anzi molto urgente, è una rinnovata sensibilità nella ricerca e nell'intervento sui centri di matrice antica e sugli insediamenti storici, al centro in questi anni di profonde dinamiche di trasformazione e rimasti ormai da troppo tempo senza strumenti in grado di orientarne una visione di sviluppo, di integrazione funzionale e di prospettiva nel futuro.

In che modo il Premio Carlo Pucci può contribuire a creare una sinergia tra i laureati in architettura e le amministrazioni locali per la riqualificazione di aree degradate?
Credo sia possibile infittire sempre più collaborazioni finalizzate all'approfondimento meta progettuale di alcuni temi di rilevanza strategica per il destino dei nostri territori. Temi progettuali e funzionali attraverso i quali passa molto della capacità di interpretare il presente e il futuro dei nostri luoghi.

Come può il lavoro dei giovani architetti premiati influenzare le politiche di sviluppo urbano nella nostra regione?
La capacità interpretativa dei giovani architetti è un elemento illuminante per orientare le prossime strategie di sviluppo, sia localmente, sia a livello regionale. Sono fiducioso di poter trovare nelle idee dei giovani colleghi soluzioni rispettose dei luoghi, della loro stratificazione culturale e capaci di rispondere alle nuove necessità del contesto attuale: dalla crisi degli assetti funzionali tradizionali della città e del territorio, alla reinvenzione di spazi pubblici e privati fino al progetto di paesaggio.

In che misura ritiene che il sostegno delle amministrazioni locali sia cruciale per il successo di premi e iniziative come il Premio Carlo Pucci, e quali ulteriori passi potrebbero essere intrapresi per rafforzare questo sostegno?
La scambievole collaborazione fra amministrazioni e istituzioni di promozione della cultura progettuale come il Premio sono da ricercare sempre più. Sarebbe significativo poter promuovere anche in collaborazione con gli atenei toscani, temi di studio da selezionare e approfondire nei percorsi conclusivi degli studi dei nuovi professionisti, di specifico e diretto interesse per le comunità locali, quale esercizio e sperimentazione per una visione progettuale esterna e autorevole.

In questo senso, quali altri eventi/manifestazioni possono essere d’esempio/possono stringere collaborazioni con il Premio in un’ottica di scambio artistico/culturale e professionale?

Penso in particolare a occasioni formative organizzate da atenei e scuole di specializzazione come summer school o laboratori tematici, o ad approfondimenti disciplinari che propongano come caso studio alcuni temi del nostro territorio.